Il Papa: "Crisi non è finita, in Medio Oriente i cristiani sono in pericolo"
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Il Papa: "Crisi non è finita, in Medio Oriente i cristiani sono in pericolo"
Ricordando Caritas in veritate, il Santo Padre lancia un nuovo appello: "Umanità ancora segnata dalla crisi che ha colpito l’economia mondiale e ha provocato una grave e diffusa instabilità sociale". Poi avverte: "In Europa ostilità e disprezzo contro la religione". E invita ad attingere alle radici cristiane.
Cristianesimo disprezzato: "Purtroppo, in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffondono, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di scarsa considerazione, e, talvolta, di ostilità, per non dire di disprezzo verso la religione, in particolare quella cristiana". Secondo il Santo Padre è chiaro che, "se il relativismo è concepito come un elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o, meglio, di rifiuto dell`importanza sociale del fatto religioso". "Un tale approccio crea tuttavia scontro e divisione, ferisce la pace, inquina l'ecologia umanà e, rifiutando, per principio, le attitudini diverse dalla propria, si trasforma in una strada senza uscita. Urge, pertanto - ha detto ancora il Papa - definire una laicità positiva, aperta, che, fondata su una giusta autonomia tra l'ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa".
I cristiani in Medio Oriente: "Il Medio Oriente, dove i cristiani sono sempre di meno, l’Iraq, dove il conflitto incide anche sulle comunità cristiane, ma anche il Pakistan e, da ultimo, l’Egitto, dove le cronache riferiscono di attacchi che prendono di mira i cristiani locali". Nel corso del discorso di inizio anno ai diplomatici, il Papa traccia con preoccupazione una geografia delle persecuzioni ai danni dei cristiani e chiede alla comunità internazionale "rispetto, sicurezza e libertà". "Vorrei menzionare i Cristiani in Medio Oriente: colpiti in varie maniere, fin nell'esercizio della loro libertà religiosa, essi - ha detto dapprima il Papa - lasciano la terra dei loro padri in cui si è sviluppata la Chiesa dei primi secoli. E' per offrire loro un sostegno e per far loro sentire la vicinanza dei fratelli nella fede - ha ricordato Ratzinger - che ho convocato, per l`autunno prossimo, l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente". In un discorso che ha toccato i problemi di varie parti del globo, il Papa è poi tornato sulla specifica sorte dei cristiani. "Per amore del dialogo e della pace, che salvaguardano la creazione - ha detto - esorto i governanti e i cittadini dell'Iraq ad oltrepassare le divisione, la tentazione della violenza e l'intolleranza, per costruire insieme l'avvenire del loro Paese. Anche le comunità cristiane vogliono dare il loro contributo, ma perché ciò sia possibile, bisogna che sia loro assicurato rispetto, sicurezza e libertà. Anche il Pakistan - ha proseguito Benedetto XVI - è stato duramente colpito dalla violenza in questi ultimi mesi e alcuni episodi hanno preso di mira direttamente la minoranza cristiana. Domando che si compia ogni sforzo affinché tali aggressioni non si ripetano e i cristiani possano sentirsi pienamente integrati nella vita del loro Paese. Trattando delle violenze contro i cristiani, non posso non menzionare, peraltro, i deplorevoli attentati di cui sono state vittime le Comunità copte egiziane in questi ultimi giorni - ha concluso il Papa - proprio quando stavano celebrando il Natale".
Cristianesimo disprezzato: "Purtroppo, in alcuni Paesi, soprattutto occidentali, si diffondono, negli ambienti politici e culturali, come pure nei mezzi di comunicazione, un sentimento di scarsa considerazione, e, talvolta, di ostilità, per non dire di disprezzo verso la religione, in particolare quella cristiana". Secondo il Santo Padre è chiaro che, "se il relativismo è concepito come un elemento costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità unicamente in termini di esclusione o, meglio, di rifiuto dell`importanza sociale del fatto religioso". "Un tale approccio crea tuttavia scontro e divisione, ferisce la pace, inquina l'ecologia umanà e, rifiutando, per principio, le attitudini diverse dalla propria, si trasforma in una strada senza uscita. Urge, pertanto - ha detto ancora il Papa - definire una laicità positiva, aperta, che, fondata su una giusta autonomia tra l'ordine temporale e quello spirituale, favorisca una sana collaborazione e un senso di responsabilità condivisa".
I cristiani in Medio Oriente: "Il Medio Oriente, dove i cristiani sono sempre di meno, l’Iraq, dove il conflitto incide anche sulle comunità cristiane, ma anche il Pakistan e, da ultimo, l’Egitto, dove le cronache riferiscono di attacchi che prendono di mira i cristiani locali". Nel corso del discorso di inizio anno ai diplomatici, il Papa traccia con preoccupazione una geografia delle persecuzioni ai danni dei cristiani e chiede alla comunità internazionale "rispetto, sicurezza e libertà". "Vorrei menzionare i Cristiani in Medio Oriente: colpiti in varie maniere, fin nell'esercizio della loro libertà religiosa, essi - ha detto dapprima il Papa - lasciano la terra dei loro padri in cui si è sviluppata la Chiesa dei primi secoli. E' per offrire loro un sostegno e per far loro sentire la vicinanza dei fratelli nella fede - ha ricordato Ratzinger - che ho convocato, per l`autunno prossimo, l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi sul Medio Oriente". In un discorso che ha toccato i problemi di varie parti del globo, il Papa è poi tornato sulla specifica sorte dei cristiani. "Per amore del dialogo e della pace, che salvaguardano la creazione - ha detto - esorto i governanti e i cittadini dell'Iraq ad oltrepassare le divisione, la tentazione della violenza e l'intolleranza, per costruire insieme l'avvenire del loro Paese. Anche le comunità cristiane vogliono dare il loro contributo, ma perché ciò sia possibile, bisogna che sia loro assicurato rispetto, sicurezza e libertà. Anche il Pakistan - ha proseguito Benedetto XVI - è stato duramente colpito dalla violenza in questi ultimi mesi e alcuni episodi hanno preso di mira direttamente la minoranza cristiana. Domando che si compia ogni sforzo affinché tali aggressioni non si ripetano e i cristiani possano sentirsi pienamente integrati nella vita del loro Paese. Trattando delle violenze contro i cristiani, non posso non menzionare, peraltro, i deplorevoli attentati di cui sono state vittime le Comunità copte egiziane in questi ultimi giorni - ha concluso il Papa - proprio quando stavano celebrando il Natale".
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